European Sustainability Reporting Standards per una rendicontazione di sostenibilità uniforme

Il 31 luglio 2023 la Commissione europea ha adottato, mediante il rilascio di un Atto Delegato, la prima serie di principi europei di rendicontazione di sostenibilità – gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), proposti ed elaborati dall’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).

Qual è l’obiettivo dei nuovi standard europei?

Tali principi mirano a realizzazione un nuovo sistema di rendicontazione della sostenibilità in Europa: essi specificano le informazioni sulla sostenibilità che le imprese devono comunicare, nonché definiscono le regole a cui le imprese sono tenute a conformarsi nel rendicontare impatti, rischi e opportunità legati alla sostenibilità. Le informazioni comunicate conformemente agli ESRS consentono agli stakeholder (come per esempio le imprese, i consumatori, i fornitori, il mondo del credito e della finanza ecc.) di comprendere gli impatti rilevanti dell’impresa su persone e su ambiente e sullo sviluppo, sui risultati economico finanziari dell’impresa.

Da quando saranno in vigore i nuovi standard?

A decorrere dal 1º gennaio 2024 gli ESRS saranno obbligatoriamente applicati dalle imprese che erano già soggette agli obblighi di comunicazione di informazioni di carattere non finanziario (NFRD – direttiva 2013/34/UE) e gradualmente per altre categorie di imprese come stabilito nella Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD – direttiva 2022/2464/UE).

Le PMI quotate e le imprese di Paesi terzi avranno la possibilità di adempiere i loro obblighi di comunicazione ai sensi della CSRD rendicontando le informazioni sulla base di principi distinti e proporzionati che la Commissione adotterà entro la fine di giugno 2024.

Come sono strutturati gli standard europei?

I nuovi standard europei (ESRS) si articolano in:

  1. Standard trasversali, quali Prescrizioni generali (ESRS 1) e Informazioni generali (ESRS 2)
  2. Standard tematici, tra cui: 5 standard di carattere ambientale: Cambiamenti climatici (ESRS E1), Inquinamento (ESRS E2), ESRS E3 Acque e risorse marine (ESRS E3), Biodiversità ed ecosistemi (ESRS E4), Uso delle risorse ed economia circolare (ESRS E5); 4 standard di carattere sociale: Forza lavoro propria (ESRS S1), Lavoratori nella catena del valore (ESRS S2), Comunità interessate (ESRS S3), Consumatori e utilizzatori finali (ESRS S4); 1 standard di governance: Condotta delle imprese (ESRS G1).
  3. Standard settoriali, sono multitematici, riguardano i temi rilevanti che, dovranno essere ampliati e/o approfonditi a seconda del settore.

Ad oggi la Commissione ha adottato la prima serie di standard trasversali e tematici (intersettoriali), che amplierà nel corso dei prossimi anni.

Entro giugno 2024 la Commissione adotterà anche gli standard settoriali.

Quali sono le principali novità?

Conformemente alla direttiva CSRD, gli ESRS contemplano il concetto della doppia rilevanza (materialità): la rilevanza dell’impatto (impatti negativi o positivi, effettivi o potenziali, sulla società e sull’ambiente a breve, medio e lungo termine) e la rilevanza finanziaria (con riferimento alle opportunità e rischi sociali e ambientali che generano effetti finanziari rilevanti sull’impresa).

Occorre infine precisare che, rispetto alla proposta iniziale dell’EFRAG, la Commissione ha fatto diverse revisioni al fine di raggiungere una maggiore compatibilità ed elevata interoperabilità con gli standard ISSB e GRI. In aggiunta, ulteriori modifiche al progetto di norme presentato dall’EFRAG sono state dettate dall’intento della Commissione di garantire la proporzionalità e facilitare la corretta applicazione dei principi da parte delle imprese. A tal fine, la Commissione considera necessaria una certa gradualità nell’introduzione degli obblighi, che aiuterà soprattutto le imprese più piccole ad applicare efficacemente i principi.

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